La tomografia ottica computerizzata meglio conosciuto con l’acronimo OCT, è un esame “non invasivo” , che consente di analizzare la regione centrale della retina denominata macula ed il nervo ottico.

L’OCT, cos’è?

La tomografia ottica computerizzata è un esame che permette di analizzare la retina, soprattutto la parte centrale (macula); per essere più chiari, ci dà informazioni sullo spessore della retina, sulla sua morfologia e sul rapporto tra i vari strati che la compongono.
È un tipo di esame, che come abbiamo detto poc’anzi, “non invasivo“, il che non comporta alcun contatto con l’occhio ed è privo di effetti collaterali. In alcuni pazienti è necessaria la dilatazione della pupilla. Si tratta di una vera e propria TAC (ma senza raggi X) dell’occhio con la possibilità di indagare patologie piccolissime della grandezza di micron (millesimi di millimetro).
Esso è fondamentale per lo studio e soprattutto la diagnosi delle malattie della retina, per il glaucoma, per le malattie del nervo ottico e della cornea. Viene quasi sempre eseguito sia prima che dopo l’intervento di cataratta e per l’esecuzione di questo tipo di esame viene sempre eseguita una visita oculistica preliminare.

OCT: Tomografia ottica computerizzata

A cosa serve l’OCT?

Grazie a questo strumento oggi si possono eseguire particolari tipologie di indagini cliniche, tra queste possiamo riscontrare:
1) OCT maculare, per indagare la morfologia della retina maculare e l’andamento delle diverse maculopatie fra cui l’AMD: la maculopatia correlata all’età.
2) OCT papillare, utile per valutare la morfologia delle fibre del nervo ottico soprattutto nella diagnosi del glauco.                                                     3) Foto del fundus, ossia un’immagine del fondo oculare, della retina e del nervo ottico. Analisi della cornea, per studiare le diverse patologie        corneali.
4) Pachimetria, esame che serve a interpretare nel modo più corretto i valori della pressione oculare.                                                                         5) Esame della camera anteriore, per valutare eventuali rischi di glaucoma acuto ed eventuali indicazioni all’iridotomia Yag laser.

Come si svolge l’OCT?

La durata dell’analisi è breve, di semplice e rapida esecuzione di 10-15 minuti al massimo.
Il paziente viene fatto accomodare di fronte allo strumento e gli viene chiesto di fissare un punto luminoso. Da lì in poi, ogni immagine di una sezione ottica tomografica viene catturata in una frazione di secondo e una mappa retinica è ottenuta in pochi secondi. L’OCT è un esame molto preciso che grazie agli apparecchi attuali, può essere eseguito senza la dilatazione della pupilla, mantenendo comunque risultati ottimali. In quanto non invasivo, necessita solamente della messa in posa del collirio midriatico. È una metodica che consente di sottolineare  le alterazioni intraretiniche come le raccolte fluide (edema interstiziale o cistico), la presenza di materiale anomalo (sangue, colesterolo) o per esempio fori a spessore parziale o totale.

Quali sono le patologie che richiedo l’impiego dell’OCT

Generalmente  le scansioni OCT vengono eseguite per tutte le patologie che colpiscono la regione retinica (al cui centro troviamo la macula).
Viene impiegato più frequentemente nelle seguenti patologie:

  • degenerazione maculare legata all’età (AMD),
  • membrane epiretiniche (pucker maculari)
  • edema maculare
  • corioretinopatia sierosa centrale
  • fori maculari (in questo caso l’OCT permette di riconoscere i diversi stadi evolutivi ed è, quindi, utile anche per la prognosi).

Il Dottor Michele Vitiello riceve i suoi pazienti tramite appuntamento, nelle sue strutture di Roma Est, Roma Centro e Formia (LT). Prenota subito una visita oculistica.